Salve amici,
oggi pubblichiamo una lettera che la nostra iscritta, Stefania Lombardo, ha indirizzato al Segretario Metropolitano del PD (e per conoscenza al Segretario Regionale ed a quello Nazionale); in essa spiega le ragioni che la spingono a lasciare i suoi incarichi nei livelli provinciale e regionale del partito. A seguire, includiamo un commento di Giovanna Tomada che prende lo spunto dalla lettera di Stefania ed amplia il discorso. Spero che troviate la discussione utile ed interessante.
Vi saluto e vi prego di commentare, o farci sapere le vostre opinioni via mail o telefono.
Il Segretario
Alessandro Kellis
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Caro Segretario,
arriva un momento in cui il silenzio diventa complicità.
Ed io non voglio sentirmi corresponsabile del fallimento della gestione politica ed organizzativa del Partito nella nostra realtà.
Per questo, con questa lettera voglio comunicarti le mie dimissioni dagli incarichi come dirigente del PD provinciale e regionale, compreso l'incarico di Presidente dell'Assemblea metropolitana di Firenze.
Un partito che pure poteva esprimere un potenziale umano immenso, ma depresso da una classe dirigente inesistente, un partito dove i Circoli languono e prevalgono cordate ed opportunismi personali.
Non è mai stato definito un piano di lavoro, da verificare periodicamente, sia per quanto riguarda l' attività politica esterna sia il suo rafforzamento interno, la partecipazione degli iscritti e la possibilità, per loro, di poter almeno ogni tanto esprimersi e decidere su qualcosa.
Anche per questo, non ritengo di poter rappresentare chicchessia in organi assembleari che sono svuotati dalle proprie funzioni, e sono chiamati a votare liste di nomi preconfezionate o a ratificare scelte prese non si sa bene dove.
E poiché non ho interesse alcuno nel rivestire questi ruoli, li lascio, nella speranza sincera che altri sappiano farne il giusto uso collegiale e mai strumentale e personale.
Come sai, ho insistito ripetutamente per la convocazione di un'assemblea metropolitana - la prima dal Congresso 2013, dopo l'unica che mi ha visto eletta all'unanimità come Presidente - da convocare in accordo col Segretario; nel frattempo ho elaborato un regolamento per l'assemblea, fino ad oggi assente, che allego alla presente lettera come "regalo" a chi mi succederà nel ruolo di Presidente. Ma chiedo a tutti che si ponga attenzione ad un passaggio fondamentale: l'assemblea è dei delegati, non è né del Segretario, né del Presidente. Il rammarico più grande è aver solo percepito " un mormorio indistinto nella moltitudine" e mai una richiesta ufficiale di convocazione a chiare lettere, nero su bianco, da parte di qualche delegato.
E la cosa più preoccupante, di fronte alla quale si chiudono tutti e due gli occhi, è che quello del Partito è il problema dei problemi.
In tutti questi anni non siamo riusciti a fare il PD che rispettasse i nostri valori fondativi e di cui il Paese avrebbe avuto bisogno.
Ogni tentativo è stato spazzato, con miopia suicida, da ambizioni, rivalità interne, logiche di bottega.
Oggi che il PD guida il governo, soprattutto in una fase delicatissima, senza un partito forte, radicato, vivo al suo interno ed aperto a capire in tempo reale quello che accade fuori, tutto diventerà molto ma molto più difficile. E il tempo scorre, inesorabilmente.
Ho letto che il Segretario Renzi ha annunciato che dopo le regionali sarà il momento di affrontare “il tema Partito”. Se davvero ha intenzione di farlo, gli auguro si dedichi sul serio. Il tempo dei cambiamenti sta passando rapidamente sulle nostre teste, si può decidere di governare davvero i cambiamenti e di coglierli o lasciare che travolgano.
Cordialmente,
Stefania Lombardo
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Cari amici,
credo opportuno condividere con voi alcuni stati
d'animo, riflessioni e considerazioni in relazione ad eventi e a fatti che
ci riguardano da vicino come membri degli organi dirigenti del PD di Vaglia.
Un primo fatto è relativo alle dimissioni di Stefania da
presidente dell'assemblea del PD Metropolitano. Alcuni di voi si sono
congratulati con lei per il suo coraggio e la sua coerenza, altri hanno manifestato
il loro disappunto verso il partito che li ha delusi. Come molti di voi sanno,
io sono vicina a Stefania sul modo di intendere la “politica” e di agire
all’interno del partito. Stefania conosce
la stima che ho per lei. Proprio questa vicinanza e stima mi hanno portato a condividere
con lei le difficoltà e la sofferenza che tale decisone le ha comportato e
le comporta tuttora. Qui con voi, però,
voglio fare considerazioni di altro tipo.
Le dimissioni di Stefania sono, secondo me, uno tra i tanti segnali
della crisi del nostro partito. Lo statuto del PD della Toscana e i
pronunciamenti di coloro che ricoprono ruoli dirigenziali parlano
dell’importanza della partecipazione e dell’inclusività nella vita del PD ma
nello stesso tempo le assemblee, come quella metropolitana che vede i delegati
di territori di quella che è la provincia di Firenze, non funzionano, non
vengono convocate e si espropriano di scelte come quella per le candidature per
il consiglio regionale.
Questo significa che, da un lato, non si da voce ai
territori e, dall’altro, le decisioni vengono prese in cerchie ristrette
autoreferenziali e orientate da interessi di gruppi che di volta in volta hanno
potere. Di fronte a questa palese contraddizione e a pratiche politicamente
scorrette, però, noi tacciamo. I
segretari delle varie Unioni comunali e le loro assemblee, i circoli e i
delegati (e anche noi ne abbiamo due: Daniele Nutini e Marinella Rocchi) hanno
reagito in qualche modo? Non mi risulta!!! Accusiamo il Partito e ci tiriamo
fuori ed è sempre colpa degli altri. Non
ci consideriamo minimamente corresponsabili di quello che accade nel nostro
partito. Credo che su questo punto dovremo riflettere.
Un secondo fatto sul quale portare la vostra attenzione,
riguarda il rapporto con l’amministrazione comunale. Il sindaco Borchi è il sindaco del Pd di
Vaglia. Il nostro Partito (leggi organi dirigenti: segreteria e assemblea
comunale e non Tizio, Caio o Sempronio), a seguito della sua vittoria nelle
primarie, lo ha presentato come candidato sindaco, ha approvato il suo programma
e ha fatto l’alleanza con la lista civica “Per un’altra Vaglia”. E ora Leonardo
Borchi e la sua giunta amministrano il nostro comune. Questo comporta per i membri degli organi dirigenti
del partito dei “doveri” precisi. Credo che sia nostro compito seguire i lavori
dell’amministrazione con spirito collaborativo.
Questo, come è accaduto in passato ha significato anche
aprire tavoli di discussione così come quando abbiamo affrontato il problema
dell’edilizia scolastica. Nello stesso
tempo è necessario essere presenti anche quando il sindaco incontra i cittadini
e qui mi riferisco alle recenti assemblee con la popolazione che sono state
fatte nelle varie frazioni. Purtroppo le
assemblee a Pratolino e a Caselline hanno visto l’assenza di molti noi. Devo
dire che sono rimasta delusa e irritata. Non ci interessa sapere quali sono i
problemi che i cittadini delle varie frazioni hanno? E quali difficoltà deve
affrontare l’amministrazione e come intende risolverle? E’ solo un problema del
Sindaco e dei consiglieri o riguarda anche noi in prima persona? Che immagine
diamo del partito? Un partito assente dà fiducia ai cittadini? Li riavvicina
alla politica? La nostra esigenza di partecipazione come si esprime? Solo con
le riunioni delle commissioni e dell’assemblea comunale?
Con questi interrogativi vi saluto e spero che abbiamo modo
di aprire una riflessione anche su questi punti.
Giovanna Tomada