tra la gente

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martedì 29 luglio 2014

CAVA DI PATERNO - RETTIFICA per articolo pubblicato su "LA REPUBBLICA" di oggi 29-07-2014




L'argomento EX CAVA DI PATERNO  è per il nostro territorio una questione tanto delicata quanto dolorosa. La situazione che si sta delineando è drammatica. Per questo motivo, ma anche per opportuna e doverosa informazione, comunico a tutta la popolazione del Comune di Vaglia, che in data odierna ho inviato alla giornalista Franca Selvatici di "La Repubblica" la missiva che segue chiedendo di pubblicare la seguente precisazione.


"Come anticipatoLe per telefono, nel Suo articolo pubblicato in data odierna sul quotidiano La Repubblica è riportata una notizia non vera.
Nella parte finale dell'articolo si legge che il direttivo del Partito Democratico di Vaglia in data 4 ottobre 2010 avrebbe approvato la proposta del del Sindaco Fabio Pieri di trasformare la ex Cava di Paterno in una discarica per inerti e altri materiali tra cui eternit.
Mentre confermo che il Sindaco parlò di questa possibilità soprattutto in relazione alla eventualità di realizzare un sito per la messa in sicurezza dell'eternit che, anche attualmente, esiste in quantità consistenete su vecchie strutture presenti nel territorio comunale, smentisco che il direttivo (assemblea dei delegati) del Partito Democratico di Vaglia abbia approvato la decisione di realizzare una discarica a Paterno e ciò sia in quella occasione che in altre. Anzi alcuni membri dell'assemblea (direttivo), tra cui il sottoscritto, si espressero chiaramente in quella circostanza affinchè il tema fosse pubblicizzato e discusso in assemblee con la cittadinanza trattandosi di questione importante e delicata che interessava l'intera collettività. Da quella data la questione dell'ex Cava di Paterno non è stata più affrontata dal Partito Democratico di Vaglia fino a quando è stato pubblicizzato il piano interprovinciale dei rifiuti ed è emerso che il sito di Paterno era stato inserito tra quelli in cui avrebbe potuto essere realizzata una discarica.
Quanto soprà per dovere di verità."
Cordiali saluti

Andrea Frosini
Segretario del Partito Democratico di Vaglia"  

L'Editoriale del Martedì : INFORMAZIONE, CONDIVISIONE E PARTECIPAZIONE



Un’importante questione all’ordine del giorno, per così dire, è il funzionamento interno del PD di Vaglia. A mio parere, al momento dobbiamo lavorare per creare dei meccanismi e delle dinamiche che permettano di far lavorare ognuna delle persone coinvolte nella maggiore serenità e facilità. Questo è possibile se si definiscono bene le regole ed i ruoli che vogliamo adottare e mettere in pratica, e non è detto che questo sia un processo semplice. All’interno del gruppo di lavoro che stiamo portando avanti sono molte le proposte e le idee, ma senz’altro c’è accordo su questo punto.

A mio parere si devono distribuire le responsabilità ed i ruoli all’interno del Partito in modo da farlo agire ed operare in completa sintonia e sinergia con l’amministrazione, senza escludere momenti di eventuale critica, nonché momenti di proposta. Occorre andare nella direzione di una nuova e sempre maggiore attività sul territorio, tra la popolazione. Personalmente mi piacerebbe moltissimo tornare ad organizzare qualcosa come le vecchie Feste dell’Unità (le attuali Feste Democratiche), degli eventi di tipo culturale ma anche ricreativo, come concerti, presentazioni di libri, dibattiti a più voci su questioni di rilievo nazionale e locale. Tutto questo a Vaglia si è spento da qualche anno, ma è possibile ripartire, ricominciare. Bisogna semplicemente volerlo fare.
Con l’avvento della nuova Segreteria infatti, vorrei che in primis ci siano persone delegate ed opportunamente responsabilizzate per proporre, organizzare e realizzare progetti secondo la nuova organizzazione interna che ci daremo e secondo la specifiche competenze attribuite. Inoltre (importante!), ci vorrà l’appoggio concreto di iscritti, sostenitori e simpatizzanti disposti a contribuire con impegno, tempo e passione per trasformare i progetto in realtà da vivere e condividere.

Di recente, girando un po’ in provincia di Firenze ho fatto visita ad alcuni amici che fanno parte di Circoli del PD, alcuni piccoli come il nostro. Con tanta fatica e forza di volontà sono riusciti a far tornare i giovani ad occuparsi di politica, hanno smosso mari e monti per organizzare feste, invitare personalità, creare attività e voglia di gravitare attorno ad un partito politico in un momento in cui l’antipolitica è al massimo. Visti anche tutti questi esempi, noi non possiamo stare fermi.
A ottobre 2013 è iniziato un percorso importante di rinnovamento interno del PD di Vaglia che ha portato molte novità ma anche qualche divisione e polemica di troppo. Nel periodo precedente  eravamo stati forse un po’ troppo statici. Ma non possiamo più permettercelo! E ora è il momento per uscirne completando il percorso iniziato un anno fa. Occorre quindi che il PD di Vaglia individui velocemente gli strumenti e l’organizzazione migliore per cambiare ulteriormente alcune modalità di lavoro, nonché attualizzarsi per rapportarsi correttamente con l’Amministrazione, con il PD Metropolitano e soprattutto con i cittadini di Vaglia.

Quest’ultimo rapporto, secondo me, è di particolare importanza. Fermo restando che il quadro di riferimento di valori ed ideali è quello che tutti condividiamo, quel che rimane da definire è come sviluppare il rapporto tra la base ed i vertici del Partito. Abbiamo detto in tanti su questo blog che vorremmo un Partito più aperto, attento alle istanze che vengono dagli iscritti, pronto ad ascoltare proposte ed idee. Ed è vero, tutto questo è necessario! Il PD di Vaglia deve essere disponibile ad ascoltare ed offrire gli spazi ed i modi ai suoi sostenitori di esprimersi al meglio.

Il punto però è proprio questo: “al meglio”. Come far sì che ciò che viene scambiato all’interno del Partito sia materia prima utile e produttiva e che non vada sprecata? Di sicuro è molto importante organizzare la ricezione dei dubbi, delle proposte e delle idee in maniera semplice e diretta. Ma allo stesso tempo il nostro Circolo, come ogni Circolo locale, dovrebbe fornire ai suoi iscritti e simpatizzanti gli strumenti, i luoghi e le occasioni per articolare al meglio le proprie opinioni.

Quello che vorrei vedere realizzato nel medio termine, è proprio un meccanismo che metta in atto da parte del Partito un’offerta di informazione e formazione, mettendosi a disposizione per creare momenti di dibattito, confronto e condivisione di tematiche sia generali che locali. Questo può essere fatto in tanti modi, con eventi ed iniziative come già si sta cercando di fare da un po’ di tempo, oppure creando occasioni più specifiche e frequenti, e magari anche permanenti, in cui il Partito proponga temi ed argomenti a chiunque sia interessato a raccogliere l’invito a sapere di più.

Sono fermamente convinto infatti che l’unico modo per rinfocolare la voglia di partecipazione non è quello di far leva su conflitti e scontri, bensì quello di mettere in primo piano la trasparenza e la completa condivisione del pensiero e dei ragionamenti che si creano nel Partito. Nel momento in cui si offrono aggiornamenti, dibattiti, corsi e formazione, la partecipazione diventa una conseguenza naturale. Ma soprattutto, più si è informati ed invitati a condividere, più si ha voglia e capacità di partecipare convogliando al meglio le proprie opinioni, le proprie energie ed il proprio pensiero.

Se riusciamo ad organizzare il PD di Vaglia in maniera funzionale, regolata e finalizzata all’attività sul territorio, saremo in grado anche di far tornare la gente ad iscriversi, ad informarsi, ad accogliere l’invito a condividere idee e progetti ed infine a partecipare, non per il gusto di essere presenti e basta, ma perché si sente di far parte di qualcosa di più grande, che appartiene a tutti ed al quale tutti vogliamo dare un contributo concreto.

Alessandro Kellis

mercoledì 23 luglio 2014

L'Editoriale del Martedì : Una cornice aperta

Alzi la mano chi pensa che i prossimi anni siano anni facili, di benessere economico per tutti e di coesione sociale … siccome non vedo molte mani alzate (salvo essere smentito nei commenti sul blog), significa che abbiamo una comune percezione sulle difficoltà future: non troppo dissimili dalle attuali.
Come attrezzarsi allora per affrontare positivamente ed utilmente questo scenario? In linea generale comincerei dal credere che “i giochi non sono già fatti”, e che molto dipende da noi. Pensare che dipenda soprattutto dagli altri, o dalle condizioni economiche, dai politici di turno, è pigrizia mentale.
In particolare, il contributo che un partito politico può dare è quello di creare una cornice ragionevole alle forze in campo, umane, sociali, categoriali, imprenditoriali, culturali, etniche. Insomma sarebbe inadeguata al futuro una politica vecchia maniera, centralista, dirigista, fanatica, che pensasse di scegliere tutto, di avere la soluzione per tutto, e di essere l’unica mente pensante e l’unica forza che fa muovere le cose, come sede universale ed esclusiva di avanzamento. Invece nessuno e nessuna aggregazione è depositario degli sviluppi possibilipiuttosto, ciascuno coltiva ed elabora a suo modo un contributo, anche chi non è interessato al gioco politico o addirittura alle questioni sociali.
Secondo me il Partito Democratico per essere questa “cornice aperta” nella piccola ma importante realtà di Vaglia deve attrezzarsi “copiando” da fuori: prendendo spunto da quel che gira in ambiti diversi da quelli tradizionali, insomma facendo suoi certi strumenti. Le attrezzature sono fondamentali! e si possono importare facilmente.
Come strumenti propongo:
Governance interna”:  non è altro che la ripartizione dei livelli decisionali all’interno del Partito. Quindi non si tratta semplicemente di organizzazione (chi fa cosa), ma piuttosto di responsabilità (chi decide come). Governance è intraducibile in italiano, ma possiamo tenercela in inglese. Rispetto allo schema classico piramidale e gerarchico, la governance è più aperta alla valorizzazione della capacità decisionale di tutti soprattutto perché codifica funzioni, competenze e livelli decisionali. È incompatibile coi personalismi. Probabilmente dobbiamo solo ritagliarci su misura quanto già prevede lo Statuto. Risultato? Sapere sempre chi – quale organo, in quale sede, in che modo, secondo quale criterio - ha deciso le cose: questo è apertura. Chi vede le cose dall’esterno capisce che può fidarsi.

Bilancio sociale: nasce per le imprese che vogliono dimostrare la propria responsabilità sociale al territorio di appartenenza. A noi potrebbe servire per maturare consapevolezza e rendere visibile il nostro contributo sociale e in particolare per oggettivare tutte le energie, tutte le risorse e tutti gli output oltre quelli del bilancio contabile. Soprattutto è un modo per sapere cosa stiamo facendo, e potersi raccontare a Iscritti, Simpatizzati e Altri: in pratica è la base di un automonitoraggio.

Lapo Casini

mercoledì 16 luglio 2014

Al "cittadino presente ed attivo"

Caro concittadino,
ho avuto modo di leggere la Tua locandina attaccata un po’ dappertutto nel nostro Comune ma che, purtroppo, è anonima.
Sono stato assai indeciso se valesse la pena di risponderTi  perché l’anonimato di per se’ squalifica anche cose che potrebbero essere interessanti. Alla fine, però, ho ritenuto che nella mia veste di segretario del Partito che esprime l’attuale Sindaco LeonardoBorchi  e la maggioranza che lo sostiene avevo il dovere morale di prendere posizione sulle cose che hai scritto.
Mi sembra che Tu abbia scarsissima considerazione dei nostri concittadini ai quali attribuisci di aver avuto “il cervello intorpidito dai miasmi della politica e delle discariche vicine”, di aver smesso di sognare un futuro di speranza e una sensazione di sudditanza verso chi avrebbe dovuto rappresentarli, di essere emarginati come “popolino disorientato ed attonito”.
La realtà è un’altra e i nostri concittadini non meritano di essere così poco considerati. La politica (attraverso coloro che fino ad oggi l’hanno coltivata a titolo di puro volontariato) che Tu tanto denigri: “animali feroci, volpi, faine ed ogni altro genere dipredatori… ha permesso che avvenisse ciò che Tu riconosci essere avvenuto: “i cittadini ed i loro rappresentanti si sentivano finalmente vicini, i giovani ed i meno giovani procedevano nel faticoso cammino della democrazia…”.
Come Tu certamente sai il Partito Democratico di Vaglia (non un’entità astratta ma un Partito formato da persone che hanno un nome ed un cognome) ha sostenuto la candidatura di LeonardoBorchi (insieme a quella di Stefania Lombardo e a quella di Marinella Rocchi) nelle primarie per la scelta del candidato sindaco e poi nelle elezioni amministrative. Gli elettori del Partito Democratico hanno votato per questa proposta politica che è quella del PARTITO DEMOCRTICO DI VAGLIA di cui l’attuale Sindaco è iscritto e fondatore.
La candidatura di Leonardo Borchi ha suscitato tra gli abitanti del Comune un entusiasmo e una voglia di partecipare attivamente alla vita pubblica di Vaglia che non si percepivano da lunghissimo tempo.
Per questo e per l’impegno che lui e la sua squadra stanno mettendo al servizio della cittadinanza noi tutti  siamo riconoscenti.
Certamente gli errori compiuti negli anni passati sono stati numerosi e, a mio parere, amplificati dalla mancanza di umiltà da parte di chi li ha commessi e dall’assenza totale di una capacità di comunicare.
Ma non tutto è stato negativo. Se confrontiamo la nostra realtà con quelle a noi vicine è evidente come il nostro Comune non sia stato amministrato peggio degli altri. Invece, progressivamente, si è persa la fiducia nelle persone che erano state scelte per rappresentare i bisogni e le aspettative dei cittadini.
Ora è in atto un profondo cambiamento. L’Amministrazione comunale è formata da persone diverse da quelle che la costituivano in precedenza. Anche nel Partito Democratico è in corso un profondo rinnovamento nei metodi e con nuovi soggetti che si affiancano a coloro che hanno deciso di continuare ad impegnarsi per la collettività. La democrazia, se ben esercitata, ha il potere di rinnovare, di cambiare e di correggere gli errori commessi.
Come vedi “cittadino presente ed attivo” ma senza nome, anche a Vaglia la POLITICA non genera solo “miasmi”.
Con la speranza di leggere altre locandine ma FIRMATE.
Andrea Frosini (Segretario del Partito Democratico di Vaglia)  

martedì 15 luglio 2014

L'Editoriale del Martedì : Perché iscriversi ad un partito oggi?


In questo periodo in cui proponiamo il tesseramento mi sono chiesta quale sia il significato dell'appartenenza ad un partito oggi.
Perché si preferisce fare politica al di fuori dei partiti?
Che senso hanno i movimenti che si formano intorno ad un fatto o a un problema?

Quali differenze intercorrono tra partiti politici e movimenti?
Partendo a ritroso ho visto come oggi sia profondamente cambiato il significato dell'appartenere
ad un partito. Fino a qualche decennio fa essere iscritti dava un forte senso di identità e già definiva in modo sufficientemente chiaro obiettivi, avversari ed alleati. Oggi può ancora un partito ricostituirsi con un significato nuovo e radicalmente mutato come lo sono i tempi e le problematiche attuali?
Per trattare questo tema complesso e dalle mille sfaccettature, ho ricercato alcune definizioni che mi hanno offerto spunti interessanti.
Secondo Max Weber, «per partiti si debbono intendere le associazioni costituite al fine di attribuire ai propri capi una posizione di potenza all’interno di un gruppo sociale e ai propri militanti attivi possibilità per il perseguimento di fini oggettivi e/o per il perseguimento di vantaggi personali». Questa definizione mostra il partito come macchina elettorale e come luogo di spartizione del potere dando in fondo ragione a chi vede nei partiti solo gli aspetti negativi.
Tuttavia è proprio la nostra Costituzione che prevede l'esistenza dei partiti e li definisce nell'articolo 49 che recita

"Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale"
Ma ê nello Statuto del Partito Democratico che ho trovato la definizione più bella all'articolo 10:

"Il Partito Democratico promuove la circolazione delle idee e delle opinioni, l’elaborazione collettiva degli indirizzi politico-programmatici, la formazione di sintesi condivise, la crescita di competenze e capacità di direzione politica, anche attraverso momenti di studio e di formazione". E' proprio in questa definizione che ritrovo il significato profondo dell'appartenenza ad un partito, credo infatti che la promozione e la circolazione delle idee e delle proposte politiche costituisca la "base" di partenza per un rinnovamento efficace del senso di "partito", ma è nell'elaborazione di sintesi "condivise" che vedo lo snodo del problema. Proprio così la condivisione, questa porta con se consapevolezza e partecipazione, dunque un lavoro di approfondimento partecipato e faticoso che si discosta dal populismo che urla e rivendica solo contrapposizioni nette quasi referendarie, bianco e nero, giusto o sbagliato il bene e il male. La complessità della realtà non permette semplificazioni tutto/nulla ma necessita di un'analisi politica profonda ed accurata. E' in questa ottica che ha senso lavorare insieme per elaborare analisi e proporre strategie di soluzione dei problemi concrete e fuori dai semplici slogan.
Dunque il partito almeno come lo intendo io, non può essere soltanto una macchina elettorale, ma deve piuttosto rimanere uno spazio in cui sia possibile un esercizio critico di approfondimento. In una società liquida in cui idee, appartenenze e anche i flussi elettorali si modificano velocemente sarà ancora più importante individuare luoghi in cui sia possibile coltivare la cultura della coerenza ad ideali forti quali la giustizia sociale, uno stato in cui non ci siano caste e privilegi e in cui tutti siano uguali difronte alla legge. Questi sono obiettivi complessivi che un partito può e deve impegnarsi a portare avanti con coraggio. Differentemente i movimenti possono aggregare a seconda dei momenti e dei temi anche molte più persone di un partito politico. Tuttavia spesso le persone che si riconoscono in un movimento hanno la tentazione di vedere il mondo attraverso la lente dell'obiettivo parziale a cui si ispira il movimento stesso, il partito politico invece mantiene la prospettiva di una visione di insieme della realtà.
Credo che ciascuno di noi debba dare il proprio contributo alla vita di un partito onorandolo con una partecipazione attiva e consapevole, in questo modo il contesto di partito diventerà un luogo di "esercizio critico" all'interno del quale tutti gli iscritti possano trovare il proprio posto e la propria dignità.
Mi piace concludere questo breve scritto con una frase di Enrico Berlinguer: "Ci si salva e si avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno".

Marinella Rocchi

martedì 8 luglio 2014

L' Editoriale del Martedì : LEADERSHIP FORTE O SOLITARIA?


Prendo spunto per qualche riflessione proprio da questa domanda (retorica?) che ha posto Antonio Floridia durante l'incontro del 20 Giugno scorso a Pratolino.

Se penso alle leadership che si sono succedute nella storia della sinistra italiana mi viene in mente Enrico Berlinguer. Lo ricordo durante il suo ultimo comizio, pochi giorni prima di morire, e penso che non ho mai visto un uomo tanto debole e tanto forte allo stesso tempo. La sua onestà e la sua coerenza erano la sua forza. Ma quelli erano altri tempi, un'altra storia.

Ora il segretario del partito che dovrebbe raccogliere l'eredità della sinistra italiana è un tipo gagliardo (come dice la Biancofiore) che, fra un panino di Eataly e una comparsata ad Amici, tagliuzza camere parlamentari con la stessa spensieratezza di uno che fa decoupage. E se gli vien fuori un pastrocchio guai a chi si permette di farglielo notare perché in questo momento bisogna fare subito qualcosa, non importa come e non importa cosa. Non c'è tempo o spazio per chi la pensa diversamente.

Che tipo di leadership abbiamo di fronte? Forte? Anche troppo in un certo senso.
Solitaria? Probabilmente sì. Ma non che Matteo Renzi soffra di solitudine, non temete. Anzi, il carro del vincitore è talmente affollato che non si sa se reggono le ruote.
Solitario è chi non accetta il confronto.

Ed anche se questo boy-scout di Rignano ci ispira più fiducia di Madre Teresa non dobbiamo cedere all'italica tentazione della delega totale del tipo: "il ragazzo è sveglio, vediamo che fa...". Non c'è riforma che valga la partecipazione democratica.

Ma visto che ormai ai piani alti c'è questa specie di monarchia con annesso dogma dell'infallibilità segretariale pretendiamo almeno un po' di democrazia interna al piano terra (per non dire sottosuolo) dove ci troviamo.
Come ci ha ricordato Antonio Floridia: dobbiamo ripartire dai cittadini, dal contributo che ognuno di noi può dare e mi auguro che il PD di Vaglia diventi un luogo di formazione e sintesi per l'intera comunità.

Al termine dell'incontro a Pratolino ho avuto modo di parlare con Antonio Floridia e di esternargli le mie preoccupazioni sull'esiguità del numero di persone che, all'interno del PD, portano avanti il progetto di "mobilitazione cognitiva" ideato da Fabrizio Barca. Mi era sembrato infatti un progetto bello quanto minoritario (infatti Barca non lo si vede più neanche a Ballarò), ma Floridia si è mostrato ottimista e questo ha dato un po' di ottimismo anche a me.

Dopotutto quando uno ha una buona idea ha il dovere di sperare.

Sara Vannucci

martedì 1 luglio 2014

L'Editoriale del Martedì : "Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua"



“Il Partito non c'è”. “E' il Partito che ha deciso”. Queste sono le due frasi che da quando sono iscritta ho più spesso sentito pronunciare, sia da iscritti che da simpatizzanti.
Capisco bene il motivo perché io stessa l'ho pensato, anche se a leggerle così appaiono frasi contraddittorie.
Ma insomma, questo partito chi è? È la massa che ad ogni primaria si sposta, versa due euro e vota o sono i militanti che montano i banchini, prendono le firme (e le offese, a volte) e che passano alcune sere del loro tempo a discutere al circolo?
Credo che il partito sia un po' tutti e due e che l'esistenza di uno non escluda l'altro, anzi.
Il lavoro da fare perché non avvenga un corto circuito diventando periodicamente un comitato elettorale è un lavoro che richiede impegno e fiato, a volte un po' noioso, ma una volta partiti anche divertente.
Ci stiamo domandando come farlo con Giovanna, Sara, Alessandro, Jacopo, Lapo e Marco, perché riteniamo che fino ad oggi se abbiamo parlato di “cambiamenti epocali” qualcosa non ha funzionato come doveva.
Penso a quattro concetti e come tra di questi ci sia collegamento e circolarità:

1.Comunicazione
2.Trasparenza
3.Partecipazione
4. Fiducia

Senza la prima, si va da poche parti: possiamo essere bravissimi, organizzatissimi, preparatissimi ma se non sappiamo comunicare e far apprezzare quel che facciamo, semplicemente andiamo poco lontano.
Poi, la trasparenza in un partito è fondamentale e di questo potremmo parlare a lungo, ma mi limiterò a dire che se l'iter decisionale è noto, questo deve essere noto a tutti e non solo ad alcuni , e per avere trasparenza si devono far incrociare le informazioni di tutti i livelli di decisione.
Come? Attraverso la partecipazione che non è per forza un'assemblea permanente di tutti dove ogni volta si parla di tutto: la sintesi non si raggiunge aumentando la complessità.
Non si può pensare di fare troppe cose insieme, ad un certo punto qualcosa si inceppa e si perdono passaggi importanti.
Ed è qui che entra in gioco il quarto punto la “fiducia”, che non è fede (quella presuppone credere senza chiedere).
Se io voto una persona gli delego non solo delle responsabilità ma gli do la mia fiducia perché credo che rappresentandomi saprà mettere in atto azioni di comunicazione, trasparenza e partecipazione tali da permettermi di intervenire ,in quanto cittadino, nei percorsi che mi mostra, sopratutto se non mi convincono, perché tra noi c'è un rapporto di fiducia.
Per questo mi auguro di riuscire a dare il mio contributo nell'elaborazione di percorsi partecipati per decidere insieme dove vogliamo andare.
Nel PD l'argomento non sembra appassionare molto, ma c'è chi di queste cose ne parla, da Barca a scienziati che teorizzano l'utilizzo del metodo delle 'doparie' (http://laral.istc.cnr.it/rcalabretta/pensatoio/).
Nel nostro piccolo dobbiamo attrezzarci anche noi e a breve, quando avremo definito con la commissione temporanea una piattaforma programmatica da presentare all'assemblea comunale e successivamente all' assemblea degli iscritti, sapremo meglio come dare un contributo alla nostra comunità.
Il raccordo tra partito e cittadini è l'anello finale della catena ed è il motivo di tutto quello che ho detto finora. Senza un luogo di elaborazione delle proposte i cittadini si ritrovano solo in occasione del voto a poter dire la loro, e in modo necessariamente anche abbastanza schematico.
A questo proposito, per una volta, senza tirare in mezzo il partito, ma le associazioni del territorio, penso che la legge sulla partecipazione della Regione Toscana ci dia una grande opportunità, come cittadini, di discutere quali siano le soluzioni più condivise a problemi che sentiamo molto vicini.
Lancio quindi una proposta al Comitato ambientale e alle associazioni del nostro territorio perché ci si attivi insieme per avviare un percorso partecipato, di iniziativa dei cittadini, sulle sorti della cava di Paterno. Non vogliamo la discarica e allora dobbiamo usare tutti gli strumenti in nostro possesso per scongiurare qualsiasi decisione che scavalchi anche il nostro Comune e ci esautori dalla facoltà di scegliere di vivere in un luogo bello e salubre.

"Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua".

http://youtu.be/VLzWM0AHg9w

Stefania Lombardo