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martedì 15 luglio 2014

L'Editoriale del Martedì : Perché iscriversi ad un partito oggi?


In questo periodo in cui proponiamo il tesseramento mi sono chiesta quale sia il significato dell'appartenenza ad un partito oggi.
Perché si preferisce fare politica al di fuori dei partiti?
Che senso hanno i movimenti che si formano intorno ad un fatto o a un problema?

Quali differenze intercorrono tra partiti politici e movimenti?
Partendo a ritroso ho visto come oggi sia profondamente cambiato il significato dell'appartenere
ad un partito. Fino a qualche decennio fa essere iscritti dava un forte senso di identità e già definiva in modo sufficientemente chiaro obiettivi, avversari ed alleati. Oggi può ancora un partito ricostituirsi con un significato nuovo e radicalmente mutato come lo sono i tempi e le problematiche attuali?
Per trattare questo tema complesso e dalle mille sfaccettature, ho ricercato alcune definizioni che mi hanno offerto spunti interessanti.
Secondo Max Weber, «per partiti si debbono intendere le associazioni costituite al fine di attribuire ai propri capi una posizione di potenza all’interno di un gruppo sociale e ai propri militanti attivi possibilità per il perseguimento di fini oggettivi e/o per il perseguimento di vantaggi personali». Questa definizione mostra il partito come macchina elettorale e come luogo di spartizione del potere dando in fondo ragione a chi vede nei partiti solo gli aspetti negativi.
Tuttavia è proprio la nostra Costituzione che prevede l'esistenza dei partiti e li definisce nell'articolo 49 che recita

"Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale"
Ma ê nello Statuto del Partito Democratico che ho trovato la definizione più bella all'articolo 10:

"Il Partito Democratico promuove la circolazione delle idee e delle opinioni, l’elaborazione collettiva degli indirizzi politico-programmatici, la formazione di sintesi condivise, la crescita di competenze e capacità di direzione politica, anche attraverso momenti di studio e di formazione". E' proprio in questa definizione che ritrovo il significato profondo dell'appartenenza ad un partito, credo infatti che la promozione e la circolazione delle idee e delle proposte politiche costituisca la "base" di partenza per un rinnovamento efficace del senso di "partito", ma è nell'elaborazione di sintesi "condivise" che vedo lo snodo del problema. Proprio così la condivisione, questa porta con se consapevolezza e partecipazione, dunque un lavoro di approfondimento partecipato e faticoso che si discosta dal populismo che urla e rivendica solo contrapposizioni nette quasi referendarie, bianco e nero, giusto o sbagliato il bene e il male. La complessità della realtà non permette semplificazioni tutto/nulla ma necessita di un'analisi politica profonda ed accurata. E' in questa ottica che ha senso lavorare insieme per elaborare analisi e proporre strategie di soluzione dei problemi concrete e fuori dai semplici slogan.
Dunque il partito almeno come lo intendo io, non può essere soltanto una macchina elettorale, ma deve piuttosto rimanere uno spazio in cui sia possibile un esercizio critico di approfondimento. In una società liquida in cui idee, appartenenze e anche i flussi elettorali si modificano velocemente sarà ancora più importante individuare luoghi in cui sia possibile coltivare la cultura della coerenza ad ideali forti quali la giustizia sociale, uno stato in cui non ci siano caste e privilegi e in cui tutti siano uguali difronte alla legge. Questi sono obiettivi complessivi che un partito può e deve impegnarsi a portare avanti con coraggio. Differentemente i movimenti possono aggregare a seconda dei momenti e dei temi anche molte più persone di un partito politico. Tuttavia spesso le persone che si riconoscono in un movimento hanno la tentazione di vedere il mondo attraverso la lente dell'obiettivo parziale a cui si ispira il movimento stesso, il partito politico invece mantiene la prospettiva di una visione di insieme della realtà.
Credo che ciascuno di noi debba dare il proprio contributo alla vita di un partito onorandolo con una partecipazione attiva e consapevole, in questo modo il contesto di partito diventerà un luogo di "esercizio critico" all'interno del quale tutti gli iscritti possano trovare il proprio posto e la propria dignità.
Mi piace concludere questo breve scritto con una frase di Enrico Berlinguer: "Ci si salva e si avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno".

Marinella Rocchi

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