“Il Partito non c'è”. “E' il
Partito che ha deciso”. Queste sono le due frasi che da quando sono iscritta ho
più spesso sentito pronunciare, sia da iscritti che da simpatizzanti.
Capisco bene il motivo
perché io stessa l'ho pensato, anche se a leggerle così appaiono frasi
contraddittorie.
Ma insomma, questo partito
chi è? È la massa che ad ogni primaria si sposta, versa due euro e vota o sono
i militanti che montano i banchini, prendono le firme (e le offese, a volte) e
che passano alcune sere del loro tempo a discutere al circolo?
Credo che il partito sia un
po' tutti e due e che l'esistenza di uno non escluda l'altro, anzi.
Il lavoro da fare perché non
avvenga un corto circuito diventando periodicamente un comitato elettorale è un
lavoro che richiede impegno e fiato, a volte un po' noioso, ma una volta
partiti anche divertente.
Ci stiamo domandando come
farlo con Giovanna, Sara, Alessandro, Jacopo, Lapo e Marco, perché riteniamo che fino
ad oggi se abbiamo parlato di “cambiamenti epocali” qualcosa non ha funzionato
come doveva.
Penso a quattro concetti e
come tra di questi ci sia collegamento e circolarità:
1.Comunicazione
2.Trasparenza
3.Partecipazione
4. Fiducia
Senza la prima, si va da
poche parti: possiamo essere bravissimi, organizzatissimi, preparatissimi ma se
non sappiamo comunicare e far apprezzare quel che facciamo, semplicemente
andiamo poco lontano.
Poi, la trasparenza in un
partito è fondamentale e di questo potremmo parlare a lungo, ma mi limiterò a
dire che se l'iter decisionale è noto, questo deve essere noto a tutti e non
solo ad alcuni , e per avere trasparenza si devono far incrociare le
informazioni di tutti i livelli di decisione.
Come? Attraverso la
partecipazione che non è per forza un'assemblea permanente di tutti dove ogni
volta si parla di tutto: la sintesi non si raggiunge aumentando la complessità.
Non si può pensare di fare
troppe cose insieme, ad un certo punto qualcosa si inceppa e si perdono
passaggi importanti.
Ed è qui che entra in gioco
il quarto punto la “fiducia”, che non è fede (quella presuppone credere senza
chiedere).
Se io voto una persona gli
delego non solo delle responsabilità ma gli do la mia fiducia perché credo che
rappresentandomi saprà mettere in atto azioni di comunicazione, trasparenza e
partecipazione tali da permettermi di intervenire ,in quanto cittadino, nei
percorsi che mi mostra, sopratutto se non mi convincono, perché tra noi c'è un
rapporto di fiducia.
Per questo mi auguro di
riuscire a dare il mio contributo nell'elaborazione di percorsi partecipati per
decidere insieme dove vogliamo andare.
Nel PD l'argomento non
sembra appassionare molto, ma c'è chi di queste cose ne parla, da Barca a
scienziati che teorizzano l'utilizzo del metodo delle 'doparie' (http://laral.istc.cnr.it/rcalabretta/pensatoio/).
Nel nostro piccolo dobbiamo
attrezzarci anche noi e a breve, quando avremo definito con la commissione
temporanea una piattaforma programmatica da presentare all'assemblea comunale e
successivamente all' assemblea degli iscritti, sapremo meglio come dare un
contributo alla nostra comunità.
Il raccordo tra partito e
cittadini è l'anello finale della catena ed è il motivo di tutto quello che ho
detto finora. Senza un luogo di elaborazione delle proposte i cittadini si
ritrovano solo in occasione del voto a poter dire la loro, e in modo
necessariamente anche abbastanza schematico.
A questo proposito, per una
volta, senza tirare in mezzo il partito, ma le associazioni del territorio,
penso che la legge sulla partecipazione della Regione Toscana ci dia una grande
opportunità, come cittadini, di discutere quali siano le soluzioni più
condivise a problemi che sentiamo molto vicini.
Lancio quindi una proposta
al Comitato ambientale e alle associazioni del nostro territorio perché ci si
attivi insieme per avviare un percorso partecipato, di iniziativa dei
cittadini, sulle sorti della cava di Paterno. Non vogliamo la discarica e
allora dobbiamo usare tutti gli strumenti in nostro possesso per scongiurare
qualsiasi decisione che scavalchi anche il nostro Comune e ci esautori dalla
facoltà di scegliere di vivere in un luogo bello e salubre.
Stefania Lombardo
Nessun commento:
Posta un commento