Caro Andrea,
da iscritto al PD ad altro iscritto, ma anche da
candidato, ed ora sindaco, all’attuale segretario.
Nella tua lettera ben enuclei il nocciolo della
questione quando, parlando di Partito, mi chiedi e ti chiedi cosa vogliamo
identificare con questa parola.
Quando il mio assessore parla con la giornalista e
sottolinea il rapporto tra Politica (intendendo il Partito) e affari, intende
le gerarchie di Partito, a livello locale e nazionale.
Quando tu accenni al Partito che ha rispettato l’esito
delle primarie e che ha votato per la linea politica con cui mi sono candidato,
parli dell’assemblea dei delegati a Vaglia (direttivo), che è pur sempre un
organo di vertice della struttura locale.
Ma ometti di far rilevare che quella votazione fu un
passaggio cruciale dove la gerarchia interna, incardinata nella vecchia
amministrazione comunale, comunque cercò di imporre la propria volontà, a
dispetto del risultato delle primarie.
Per battere questa resistenza io dovetti forzare la
scelta affermando:
“A queste condizioni io non faccio il candidato
sindaco”.
Successivamente gli stessi esponenti del Partito,
forti della loro posizione di maggioranza interna, hanno contrastato il
percorso della nuova amministrazione, ispirando la nascita di una lista
concorrente al PD, la lista civica “Vaglia Futura”, sponsorizzandola
spudoratamente in campagna elettorale.
Al contrario, quando con i compagni di viaggio del
comitato “Officina per Vaglia”, dovevamo decidere se fare una lista civica o
promuoversi nel PD, personalmente ho deciso di candidarmi alle primarie, per
fare una battaglia dal di dentro. Per i cittadini, tanti, che ancora si identificavano nei valori
fondanti del PD.
Quello è il Partito a cui la mia Amministrazione fa
riferimento.
E ora veniamo al merito degli eventi che hanno avuto
al centro la cava di Paterno.
Tutti noi cittadini non abbiamo bisogno di evidenze
giudiziarie per far rilevare che questa vicenda è politicamente scabrosa e
amministrativamente inaccettabile.
I fatti, gli atti, le dichiarazioni del sindaco e degli assessori precedenti sono
paradigmatici del comportamento opaco, subdolo, scorretto a cui questa
amministrazione ricorreva abitualmente.
Che ci sia anche una camarilla che ruota intorno al
Partito a livello provinciale, l’ho già detto, non ce lo deve asseverare la
magistratura.
Basta ciò che conosciamo per dare un giudizio politico
e di valutazione etica ai fatti.
Peccato che all’interno del Partito di Vaglia questa
vicenda sia stata sminuita.
Peccato che gli attori, che fossero amministratori in
carica o sindaci di altri tempi, ora con incarichi cruciali nelle
amministrazioni di secondo livello, non siano mai stati chiamati ad assumersi
le loro responsabilità. Si sono prese per buone giustificazioni puerili
(“Discarica a Paterno nel Piano Interprovinciale dei Rifiuti? Un refuso”).
Peccato che non si sia parlato, fuori dai denti, di
quella assemblea del direttivo, unica in cui sindaco ed assessore all’ambiente
accennarono all’eventualità di una realizzazione di discarica.
Meno omertà avrebbe puntualizzato le responsabilità
personali e smarcato il Partito, rafforzando la sua tenuta e cementandone
affidabilità.
Ora abbiamo solo una scelta davanti a noi: o il
Partito, tutto, si libera di questa zavorra, si epùra dai vari comitati di
affari e chi riveste cariche di amministratore e di quadro politico interpreta
il proprio ruolo come servizio, in modo che le persone possano avere ancora
fiducia in questa bandiera, oppure tolleriamo all’interno sacche di interessi
opachi, come spesso emergono, ed allora il Partito non esisterà più…..perché
semplicemente le persone lo avranno già abbandonato.
Con affetto, vero e….Augh.
Leonardo Borchi
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