Bene gli editoriali!!
Cambiamento e partecipazione :
l’importanza di esprimere il proprio punto di vista .
Il
poter esprimere pubblicamente le proprie
considerazioni su argomenti che
riguardano l’attività politica del Partito Democratico, costituisce, secondo me, una importante opportunità di crescita sia
sul piano personale che civico.
Vorrei
proporvi alcune riflessioni sul direttivo che si è tenuto a Caselline, lunedì
31 marzo. L’ordine del giorno aveva come argomento valutazione dei risultati
delle primarie e le scelte
politiche e organizzative per le
elezioni amministrative del 25 maggio.
E' convocato per lunedì 31 marzo alle 21,15 al Circolo
Arci di Caselline il direttivo del Partito Democratico di Vaglia con il
seguente ordine del giorno:
- programma per le elezioni amministrative di maggio
- criteri per la individuazione dei candidati
consiglieri comunali
- rapporti con le altre forze politiche della sinistra
- varie ed eventuali
Andrea
Una prima nota riguarda il modo in cui si è svolto il dibattito e i contenuti espressi. Tutti i
membri del direttivo sono intervenuti e ciascuno ha espresso la propria valutazione sulle primarie e sui risultati : la vittoria con oltre il 60% dei voti di Leonardo Borchi. Si è detto
che le primarie hanno rappresentato una prima tappa importante nel processo di
cambiamento che ci siamo proposti nel Congresso di Ottobre, una
vittoria che il Partito Democratico deve
“capitalizzare”, un giudizio critico
sull’operato dell’amministrazione uscente e, ancora, i risultati delle
primarie segnalano l’esigenza dei
cittadini di Vaglia di avere una parte
attiva nel disegnare il profilo e il
ruolo della prossima amministrazione comunale.
Altri hanno sottolineato le difficoltà incontrate nel lavoro politico durante la
campagna elettorale (il disorientamento
di fronte alle reazioni aggressive e alle accuse dei cittadini negli incontri
di presentazione dei candidati e agli
“schiaffi” ricevuti).
Una seconda considerazione riguarda la diversità dei linguaggi usati. Qualcuno ha utilizzato il termine “capitalizzazione” (Cosa vuol dire che dobbiamo “incassare“ questi risultati per poi
“spenderli” successivamente?). Altri hanno parlato di “assunzione di responsabilità” verso i
cittadini e di politica come “servizio”.
Ha fatto capolino anche la parola “Etica”. “La prassi politica deve avere un profilo etico” - ha
detto qualcuno - dobbiamo essere
coerenti con le premesse fatte e rispettare
il voto dei cittadini non in un ottica populista ma democratica” (Ci si riferiva a un nuovo modo di pensare e
di fare politica?).
Personalmente
ho seguito con attenzione crescente il dibattito perché, si faceva sempre più spazio in me la
convinzione dell’importanza che ci fosse
per ciascun membro del direttivo la possibilità di poter esprimere la propria opinione e di essere ascoltato. Non condividevo alcune posizioni espresse ma ,
le ho prese in considerazione e le “ho
messe da parte” con l’intenzione di farne
poi oggetto di riflessione. Chissà che possono essermi utili?!
Vorrei fare una
seconda annotazione su un altro tema
all’ordine del giorno - I rapporti
con le altre Forze Politiche -. Il dibattito sulle alleanze si è
animato e in certi momenti le posizioni si sono radicalizzate. Su questa radicalizzazione
vorrei centrare l’attenzione e apri re una riflessione comune.
Ecco le due posizioni :
“
Abbiamo i numeri (i 1303 votanti alle primarie) e quindi possiamo andare da
soli, mantenendo così la nostra identità .
Quindi non dobbiamo spartire i
posti con altre forze. “
“Dubiterei
di avere i numeri ….. il gap tra gli
iscritti al partito (70 circa) e gli
elettori delle primarie (1303) ci suggerisce prudenza. Saremmo più sicuri con il contributo della
lista civica”. E se è necessario pagare un prezzo, lo pagheremo. ”
Chiedo
Ø “A cosa giova
rimanere chiusi nel “nostro” partito? ”
Ø “La nostra identità, come Partito Democratico,
verrebbe compromessa , snaturata dalla
collaborazione con altre formazioni politiche con le quali condividiamo orientamenti e valori, o al contrario, proprio
il confronto con queste contribuirebbe a
definirla, ad arricchirla e a potenziarla? “
Ø “Il rapporto con altre forze, che implica il
confronto e spesso il conflitto non
potrebbe, invece , diventare un laboratorio in cui affiniamo la
nostra capacità di analisi dei fenomeni sociali
e dei bisogni dei cittadini,
conquistiamo nuovi orizzonti
valoriali e operativi in cui collocare le proposte e progetti ?”
Ø “ Il confronto - scontro con le altre
forze non potrebbe innescare un processo virtuoso in cui differenti posizioni trovano una
sintesi che rende l’azione politica più
efficace? “
Ø “ Un serio confronto con il tuo “alleato” nel governo
della cosa pubblica, quando non è spartizione del potere, non potrebbe essere
un antidoto per i “personalismi” che sono uno dei “cancri” che devastano la politica? “
Ø “Fare un passo indietro e riconoscere la bontà della
proposta dell’altro non aprirebbe nuovi scenari per la gestione della cosa
pubblica? E questi nuovi scenari
non potrebbero ricostruire un circuito di fiducia tra le Istituzioni e il Paese , tra i Cittadini e la Politica?”
Cosa ne pensate?
Un caro saluto - e perché no ? – anche affettuoso,
Giovanna Tomada
Applausi a scena aperta Giovanna. Grazie perchè questa è la modalità con cui si dovrebbe fare politica. La tanto vituperata politica, se intesa nel suo significato originale (l'arte di governare le società), può (e deve) essere qualcosa di bello, rinfrescante, coinvolgente: si possono fare tante cose un po’ di buona volontà, con grande semplicità. Dipende solo dalle modalità con cui la si esercita. E l'apertura e il confronto che tu citi sono le basi da cui partire per migliorare la nostra società. Grazie di cuore davvero.
RispondiEliminaApprezzo Giovanna del tuo editoriale la prospettiva larga, il respiro profondo. Mi è venuto in mente Erih Fromm quando con una metafora parla dell'amore. Più o meno: "l'amore non è come una torta che se ne tagli una fetta per qualcuno ne rimane meno per gli altri. E' come il fuoco che più l'alimemti più divampa"
RispondiEliminaPuò valere anche per la politica, intesa come costruzione del bene comune?
Io penso di sì. Se ci si smarca dalla tentazione del successo personale, dall'inorgoglire il proprio sè con il potere....più apporti vengono, più sinergie si coltivano, più qualità della vita acquisiamo. Tutti.
Grazia Giovanna di averci ricordato di volare alto.
Leonardo Borchi