tra la gente

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martedì 8 aprile 2014

L'Editoriale del Martedì : Cambiamento e partecipazione - l'importanza di esprimere il proprio punto di vista



Bene gli editoriali!!
Cambiamento e partecipazione : l’importanza di esprimere il proprio punto di vista .
Il poter  esprimere pubblicamente le proprie considerazioni  su argomenti che riguardano  l’attività politica del  Partito Democratico, costituisce, secondo me,  una importante opportunità di crescita sia sul piano personale che civico.
Vorrei proporvi alcune riflessioni sul direttivo che si è tenuto a Caselline, lunedì 31 marzo. L’ordine del giorno aveva come argomento valutazione dei risultati delle primarie e  le scelte politiche  e organizzative per le elezioni amministrative del 25 maggio. 

E' convocato per lunedì 31 marzo alle 21,15 al Circolo Arci di Caselline il direttivo del Partito Democratico di Vaglia con il seguente ordine del giorno:
- programma per le elezioni amministrative di maggio
- criteri per la individuazione dei candidati consiglieri comunali
- rapporti con le altre forze politiche della sinistra  
- varie ed eventuali
Andrea 

Una prima nota riguarda il modo in cui si è svolto il dibattito e i contenuti espressi. Tutti i membri del direttivo sono intervenuti e ciascuno  ha espresso  la propria  valutazione sulle primarie e sui risultati : la  vittoria con oltre il  60% dei voti di Leonardo Borchi. Si è detto che le primarie hanno rappresentato una prima tappa importante nel processo di cambiamento che ci siamo proposti nel Congresso di Ottobre,   una vittoria che il  Partito Democratico deve  “capitalizzare”, un giudizio critico sull’operato dell’amministrazione uscente e,  ancora, i risultati delle primarie segnalano l’esigenza dei cittadini di Vaglia di avere una parte attiva  nel disegnare il profilo e il ruolo della  prossima amministrazione comunale. Altri hanno sottolineato le difficoltà incontrate nel lavoro politico durante la campagna elettorale (il disorientamento di fronte alle reazioni aggressive e alle accuse dei cittadini negli incontri di presentazione dei candidati e  agli “schiaffi” ricevuti).

Una seconda considerazione riguarda la diversità dei linguaggi usati. Qualcuno  ha utilizzato il termine “capitalizzazione” (Cosa vuol dire che  dobbiamo  “incassare“ questi risultati per poi “spenderli” successivamente?). Altri hanno parlato di  “assunzione di responsabilità” verso i cittadini e di politica come “servizio”. Ha fatto capolino anche la parola “Etica”. “La prassi  politica deve avere un profilo etico” - ha detto qualcuno - dobbiamo essere coerenti con le premesse fatte e rispettare  il voto dei cittadini non in un ottica  populista ma democratica”  (Ci si riferiva a un nuovo modo di pensare e di fare politica?).
Personalmente ho seguito con attenzione crescente il dibattito perché, si faceva sempre più spazio in me la convinzione dell’importanza che ci fosse per ciascun membro del direttivo la possibilità di  poter esprimere  la propria opinione  e di essere ascoltato.  Non condividevo alcune posizioni espresse ma , le ho prese in considerazione  e le “ho messe da parte”  con l’intenzione di farne poi oggetto di  riflessione. Chissà che  possono essermi utili?!

Vorrei fare una  seconda annotazione  su un altro tema all’ordine del giorno - I rapporti con le altre Forze Politiche -. Il dibattito sulle alleanze  si è  animato e in certi momenti le posizioni si sono   radicalizzate. Su questa radicalizzazione vorrei centrare l’attenzione  e apri re una riflessione comune
Ecco le due posizioni :                                                                               
“ Abbiamo i numeri (i 1303 votanti alle primarie) e quindi possiamo andare da soli, mantenendo così la nostra identità .  Quindi non dobbiamo  spartire i posti con altre forze. “
“Dubiterei di avere i numeri ….. il gap tra gli iscritti al partito  (70 circa) e gli elettori delle primarie (1303) ci suggerisce prudenza.  Saremmo più sicuri con il contributo della lista civica”. E se è necessario pagare un prezzo, lo pagheremo. ”

Chiedo
Ø “A cosa  giova rimanere chiusi nel “nostro” partito? ”
Ø “La nostra identità, come Partito Democratico, verrebbe compromessa , snaturata  dalla collaborazione con altre formazioni politiche con le quali condividiamo  orientamenti e valori, o al contrario, proprio il confronto  con queste contribuirebbe a definirla,  ad arricchirla  e a potenziarla? “
Ø “Il rapporto con altre forze, che implica il confronto  e spesso il conflitto non potrebbe,  invece ,  diventare un laboratorio in cui affiniamo la nostra capacità di analisi dei fenomeni sociali  e dei bisogni dei cittadini,  conquistiamo nuovi orizzonti  valoriali e operativi in cui collocare le proposte e progetti ?”
Ø “ Il confronto - scontro   con le altre forze non potrebbe innescare un processo virtuoso  in cui differenti posizioni trovano una sintesi che rende l’azione politica  più efficace? “
Ø “ Un serio confronto con il tuo “alleato” nel governo della cosa pubblica, quando non è spartizione del potere, non potrebbe essere un antidoto per i “personalismi” che sono uno dei “cancri”  che devastano la politica? “
Ø “Fare un passo indietro e riconoscere la bontà della proposta dell’altro non aprirebbe nuovi scenari per la gestione della cosa pubblica? E questi  nuovi scenari non  potrebbero  ricostruire un circuito di fiducia tra le Istituzioni  e il Paese , tra i Cittadini e la Politica?”

Cosa ne pensate?
Un caro saluto -  e perché no ? – anche affettuoso,
 Giovanna Tomada

2 commenti:

  1. Applausi a scena aperta Giovanna. Grazie perchè questa è la modalità con cui si dovrebbe fare politica. La tanto vituperata politica, se intesa nel suo significato originale (l'arte di governare le società), può (e deve) essere qualcosa di bello, rinfrescante, coinvolgente: si possono fare tante cose un po’ di buona volontà, con grande semplicità. Dipende solo dalle modalità con cui la si esercita. E l'apertura e il confronto che tu citi sono le basi da cui partire per migliorare la nostra società. Grazie di cuore davvero.

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  2. Apprezzo Giovanna del tuo editoriale la prospettiva larga, il respiro profondo. Mi è venuto in mente Erih Fromm quando con una metafora parla dell'amore. Più o meno: "l'amore non è come una torta che se ne tagli una fetta per qualcuno ne rimane meno per gli altri. E' come il fuoco che più l'alimemti più divampa"
    Può valere anche per la politica, intesa come costruzione del bene comune?
    Io penso di sì. Se ci si smarca dalla tentazione del successo personale, dall'inorgoglire il proprio sè con il potere....più apporti vengono, più sinergie si coltivano, più qualità della vita acquisiamo. Tutti.
    Grazia Giovanna di averci ricordato di volare alto.
    Leonardo Borchi

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