tra la gente

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martedì 15 aprile 2014

L'Editoriale del Martedì : L' esempio del piccolo Comune di Vaglia



All’appuntamento elettorale del 25 maggio mancano solo sei settimane. Davvero uno spazio di tempo irrisorio se si considera la complessità, e l’importanza, delle diverse poste in gioco: rinnovare una moltitudine di amministrazioni locali - e qualche Regione, come il Piemonte – stabilendo un più solido rapporto di fiducia con i cittadini; sconfiggere le tendenze populistiche ed euroscettiche che serpeggiano per l’Italia e l’intero continente, affermando il ruolo della sinistra come capofila di un nuovo progetto europeo, all’altezza delle sfide economiche, sociali ed ambientali del mondo contemporaneo.
Il tutto avviene – come tutti sanno – in un passaggio dei più originali e dei più imprevedibili della storia politica nazionale. Si può molto discutere su cosa e come è vorticosamente successo nel PD, nel Parlamento e nel governo del paese nel corso degli ultimissimi mesi. E, infatti, se ne è dissertato – e se ne disserta – all’infinito.
Ma nessuno può negare che un esperimento di innovazione è in corso. Per formazione, ed età, io faccio una fatica enorme a capire e condividere il segno di questo cambiamento. Potrei dire che, fra me e l’attuale leadership del PD, ed ora anche del governo,  esiste quasi una diversità antropologica. Quello che però non accetto, e non sopporto, è che – magari qualcuno con la mia età e formazione – contrasti, fino al punto di minacciarne il completamento, i progetti riformatori che si stanno promuovendo. Per quanto contraddittori essi possano risultare, dal loro avanzamento può aprirsi una fase nuova nel  deteriorato rapporto fra la sinistra e i cittadini.  Avanzamento che – appunto – può e deve trovare una misurazione nel voto di maggio.
Bisogna però sapere che anche l’auspicato, e probabile, successo elettorale del PD non risolverà il problema, ormai più che ventennale, della crisi della democrazia: la personalizzazione spinta e lo svuotamento della funzione dei partiti, anche della sinistra.
Per questo, ci vuole un lavoro di lunga lena. Una sperimentazione consapevole e rigorosa di nuove forme di partecipazione. E, insieme,  una attiva e mirata comunicazione con  nuovi soggetti sociali, come ad esempio l’infinito arcipelago dei moderni lavori ad elevato contenuto di conoscenza. Così come un rapporto costante con i movimenti, le forme di auto-organizzazione della società
Un discorso astratto? Forse. Ma, guardando ad alcune esperienze locali avviate in questi mesi in vista del voto amministrativo, c’è forse da nutrire un po’ di ottimismo. Non ovunque, a dire il vero. Ma da qualche parte sì, come a Vaglia, nel nostro Comune. Dove le primarie hanno conosciuto un’alta partecipazione. E dove si è iniziato a mettere alla prova quel metodo aperto a cui ho accennato.
Ora, però, bisogna stringere, in una più intensa collaborazione fra candidato sindaco e partito. Definire conclusivamente, e coerentemente, un programma realistico ma sorretto da una visione strategica. Che inserisca questo “piccolo” Comune nella nuova, “grande”, Città Metropolitana, come parte attiva e non subalterna. Calibrare le liste, nel contesto della coalizione, in modo da  assicurare un rapporto vivo e dialettico fra Sindaco, Giunta e Consiglio. Precisare i luoghi e gli strumenti per assicurare una costante relazione politica con i cittadini in ordine all’attuazione ed al periodico aggiornamento del programma di governo.
Su questi obbiettivi di lavoro ognuno è chiamato a dare il proprio contributo.

Guido Sacconi

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